11 settembre a NY City – Attentato alle Torri Gemelle

11 settembre a NY City – Attentato alle Torri Gemelle
Un anniversario di quelli importanti, che spingono alla riflessione e alla memoria.

Il mio ricordo

Tutti ci ricordiamo dove eravamo quando abbiamo sentito per la prima volta la notizia dell’attentato alle Torri Gemelle. Io, in quel momento, ero a Madrid per una conferenza internazionale. Con delle colleghe ci eravamo ritagliate qualche ora per visitare Toledo. Passeggiavamo rilassate, tra le vie del centro storico.

La giornata era afosa, molte porte delle case e dei bar del posto erano aperte. Percorrendo le stradine acciottolate si potevano intravedere alcuni apparecchi televisivi accesi e qualche persona seduta al tavolo che guardava distrattamente i programmi più diversi.

Di colpo su tutti i teleschermi cominciarono ad apparire le stesse immagini di grattacieli fumanti. Ci guardammo tutte in faccia, la medesima espressione di sgomento, in totale silenzio per alcuni istanti. La collega di Chicago si coprì la bocca con le mani. Poi cominciarono a squillare i telefoni, in un tam tam senza sosta. Fu come se il mondo intero, in quel momento, si fosse sintonizzato su un dolore e sgomento globale.

ny city

11 settembre NY City – l’evento di svolta

L’11 settembre è uno di quei momenti collettivi indimenticabili, in cui tutte le persone si ricordano dov’erano e cosa stessero facendo in quell’istante. Come quando fu assassinato Kennedy, o quando morì Lady Diana, o molti altri avvenimenti ancora, a seconda della nostra età.

Quando l’emozione è alta, la memoria diventa più attiva. I ricercatori di Harvard li hanno definiti di Flashbulb memories: sono ricordi vividi, persistenti, delle circostanze in cui siamo venuti a sapere per la prima volta di un evento a fortissima carica emotiva, come quello delle Torri Gemelle.

Sono tornata a New York quando già Oculos, la grande colomba di Calatrava, e il Memorial erano stati costruiti. L’atmosfera è pacata e raccolta, sobrie le lastre in bronzo con incisi i nomi delle vittime. Sulle lapidi, per ogni persona, ogni anno, nel giorno del suo compleanno, viene deposto un fiore sul rispettivo nome.

ny city

Lì vicino anche le foto e la lapide dedicata ai 343 vigili del fuoco che persero la vita prestando soccorso. Le due fontane e gli alberi sono in armonia con il resto del quartiere. Si respira un senso di pace e di riflessione.

La ferita più profonda, forse, si avverte a distanza, quando si osserva lo skyline e si nota quell’assenza, quei due edifici mancanti, quella cicatrice architettonica che resta sul volto di New York.

Non sempre è facile risollevarsi, da questa come da altre ferite. Ma, come ha detto il Dalai LamaOgni giorno è una nuova opportunità per ricominciare. Ogni giorno è il vostro compleanno’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *