Una vita in rosa: storia del colore più punk e femminile di tutti

Vivere una vita in rosa!

Il rosa è un colore ‘punk, piacevole e potente’, parola di Valerie Steele, curatrice della mostra che il Fashion Institute of Technology di New York ha dedicato al tema Pink  ricostruendone l’evoluzione nella storia della cultura  attraverso abiti, oggetti e accessori. Il rosa, come racconta la sua storia ricca di sfumature, è uno dei colori più divisivi. Il rosa è simbolo di femminilità tradizionale o moderna?

 L’ingresso di questo colore nella moda risale a circa la metà del Settecento, quando gli aristocratici europei vestivano di colori pastello e i bimbi di bianco (colore che si poteva lavare più volte senza scoloriture). Agli inizi del Novecento una rivista americana parla di rosa per i bambini maschi, come versione del più aggressivo rosso, e di azzurro per le bambine, come colore calmo, femminile, presente anche nell’iconografia della Vergine Maria dalle vesti azzurre. 

Dal Novecento in poi il rosa si diffonde in tutte le classi sociali, si assiste a una commercializzazione popolare. Nel 1936 nasce il rosa shocking, legata al famoso profumo di Schiaparelli, una tonalità forte anche nel suo significato di rottura: un colore brillante in contrasto col periodo storico di crisi economica e politica, espressione del talento innovativo della stilista.

E ancora rosa…

Nel 1953 la moglie del presidente americano Ike Eisenhower indossa il rosa nel ballo presidenziale, dando una sfumatura di ‘domesticità’ alla sua scelta del colore (‘il Presidente governa il Paese, io cucino’). Ma accanto a questa valenza domestica, il rosa si tinge di sensualità con l’immagine di Marilyn Monroe, che indossa un seducente abito rosa mentre canta Diamonds are a girl’s best friends nel film Gli uomini preferiscono le bionde.

Nel film Legally blonde, l’effervescente protagonista, bionda, amante del rosa, e che 

che si è iscritta a legge a Harvard per seguire il fidanzato, viene inizialmente sottovalutata da tutti. Si rivelerà invece una delle migliori del suo corso fino a risolvere un importante caso anche usando le sue conoscenze del mondo beauty, da vera paladina della ‘rivincita delle bionde’. 

Rosa era il colore preferito da Lady Diana che lo indossò in tutte le sfumature, dal cipria al bubblegum. Del resto Diana, Regina di cuori, era imparentata con Barbara Cartland, una delle scrittrici di romanzi rosa più famose e prolifiche, autrice di oltre 730 libri tanto da conquistarsi un posto nel Guinness dei Primati. 

Lady Diana: una vita in rosa

Lady D. con la sua bellezza incarnò alla perfezione quello che gli inglesi chiamano English rose, una giovane dall’incarnato chiaro e dagli occhi azzurri. E così Elton John volle ricordarla cantando Candle in the wind al suo funerale: Goodbye English rose.

Per alcuni il rosa è ancor oggi il colore dei sogni che si avverano: di rosa erano vestite le damigelle alle nozze da favola di Chiara Ferragni. Ma può avere anche una sua sfumatura più grintosa, pensiamo a Roshelle che a XFactor ha cantato scuotendo una chioma super-pink o un fascino vintage come nel tripudio di arredamenti rosa del premiatissimo film Grand Budapest Hotel. Rosa sono le cover di numerosi libri (dal romanzo omonimo Rosa di Stefania Bertola, ai fenicotteri  di Teresa Papavero e lo scheletro nell’intercapedine di Chiara Moscardelli a… bè, diciamolo? La lettrice di nuvole della sottoscritta).

L’universo rosa abbraccia una palette infinita di sfumature, adatte a ogni situazione e stato d’animo e in continua trasformazione. Il quotidiano inglese The Guardian ha dedicato una riflessione sul millennial pink, definendolo ‘the colour of now’ il colore superattuale. Definirlo cromaticamente non è facilissimo, bisogna ammetterlo: ‘una sfumatura pompelmo del rosa salmone’ hanno tentato alcuni. Ma quello che conta è il concetto: è un pink che indica un essere ‘pretty con ironia’, un glow, una radiosità che indica lo stare bene, un feel good nel corpo e nel mood. 

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