Amelia Earhart, signora del cielo e delle nuvole

Amelia Earhart, signora del cielo, esploratrice di nuvole

Amelia Earhart, nata nel 1897 in Kansas, morì sorvolando il Pacifico nel 1937; ancor oggi sono ricordate le sue gesta di pioniera dell’aviazione.

“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare” scriveva Leonardo da Vinci. Quel genio di Leonardo per tutta la vita rincorse il sogno di volare. L’americana Amelia Earhart, invece, quel sogno riuscì a realizzarlo giovanissima, raggiungendo fama internazionale ancor oggi le sue gesta colpiscono l’immaginario collettivo.
Nel 2009 le hanno dedicato un film, con una somigliantissima Hilary Swank nel ruolo di protagonista e Richard Gere nel ruolo di Putnam, il marito; Joni Mitchell ha composto una canzone che porta il suo nome, e anche la nostra Antonella Ruggiero le ha dedicato un brano, L’aviatrice.

Amelia fu sempre una ragazza in anticipo sui tempi e con le idee chiare. Apparteneva a una famiglia benestante, di origine tedesca, ma vuole subito mettersi in gioco. Frequenta un corso per infermiera, e presta servizio in un ospedale militare in Canada per tutto il periodo della prima guerra mondiale. Si distingue da tutte anche nell’abbigliamento, indossando i bloomers, i pantaloni larghi sportivi, insoliti per una ragazza dell’epoca.

Nel 1920, a 23 anni, il battesimo dell’aria. Compie il suo primo volo, a Long Beach in California: paga un dollaro per salire a bordo di un biplano per un giro turistico di 10 minuti sopra Los Angeles. Ed è folgorata dalla passione per l’aviazione: Non appena abbiamo decollato, sapevo che nella mia vita avrei solo volato.


Lezioni di volo

Inizia a prendere lezioni di volo, ha la fortuna di avere come insegnante una delle prime donne pilota, Neta Snook. È la sedicesima donna al mondo a prendere il brevetto da pilota. I sacrifici, certo, sono molti, ma, come lei stessa scrive in uno dei suoi libri: “Volare non è semplice, ma il divertimento vale il prezzo (Flying might not be all plain sailing, but the fun of it is worth the price).

E per lei la gioia, passione, l’entusiasmo per il volo la spingono a tentare di raggiungere sempre nuovi traguardi. Nel 1928 è la prima donna ad attraversare in volo l’Atlantico, a bordo di un aereo Fokker chiamato Friendship ‘amicizia’. Con l’equipaggio di volo arrivano in Galles dopo quasi un giorno di navigazione aerea, e lei è acclamata dal mondo intero, ricevendo le congratulazioni anche dall’allora presidente degli Stati Uniti Calvin Coolidge.

All’impresa Amelia dedica un libro, 20 ore e 40 minuti: il nostro volo a bordo dell’Amicizia (20 Hrs. 40 Min.: Our Flight in the Friendship), dove il titolo indica appunto la durata del volo. Il libro descrive quella mirabolante esperienza, ma anche mostra come Amelia è sempre ispirata da una visione pacifista, dove gli aerei rappresentano uno strumento positivo di avvicinamento.

Scrive infatti: Forse la caratteristica dell’aviazione che potrebbe attrarre maggiormente le donne più riflessive è la sua potenzialità per la pace. Il termine non è solo una frase ‘ariosa’, astratta. L’isolamento genera sfiducia e differenze di prospettiva. Tutto ciò che tende a annientare la distanza distrugge l’isolamento e avvicina il mondo e le sue popolazioni. Penso che l’aviazione abbia la possibilità di aumentare l’intimità, la comprensione e le amicizie più lontane.
(Continua)

 

 

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Amelia (2009) – Trailer Italiano

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