Il 21 maggio si festeggia la giornata della meditazione, il Meditation day.
Perché dedicare un giorno specifico alla meditazione? Di meditazione si parla molto, ma questa pratica, antica di millenni, non va banalizzata in un generico keep calm, mindfulness e Occidentali’s karma.
Meditazione classica e mindfulness non sono infatti la stessa cosa, indicano due tipi di meditazione con modalità diverse: la prima è una meditazione concentrativa, mentre la seconda è una meditazione di consapevolezza.
Nella prima ci si concentra su un elemento, su un oggetto, un respiro, un mantra, un punto sul muro, una visualizzazione.
La Mindfulness è dunque la meditazione di consapevolezza.
Mindfulness è la traduzione inglese del termine sati: la sua forma originaria apparteneva al Buddismo, ma ha trovato applicazione in ambito clinico e laico in Occidente, in particolare partendo dagli Stati Uniti, soprattutto grazie al dottor Jon Kabat-Zinn, un biologo molecolare americano che già da studente al MIT integrava insegnamenti buddisti e pratica yoga nella sua formazione medica.
Nel 1979 Kabat- Zinn ha fondato la Stress Reduction Clinic presso l’università del Massachusetts Medical School: un programma per la riduzione dello stress e rilassamento (MBSR, mindful based stress reduction) basato su un adattamento terapeutico dei concetti del buddismo zen, dove per mezzo della consapevolezza del momento attuale, si riduce l’ansia e migliora anche il sistema immunitario.
Che gli scienziati si siano sempre più avvicinati alle pratiche contemplative è mostrato anche dalla storia di Matthieu Ricard, genetista francese diventato monaco buddista, portavoce del Dalai Lama.
Ricard ha oltre quarantamila ore di meditazione al suo attivo, collabora con membri di comitati scientifici di primo piano come il Plank institute e anche con gli economisti, organizzando una seduta di meditazione perfino al World Economic Forum di Davos.
Nel 2002 Matthieu Ricard è diventato famoso come l’uomo più felice al mondo.
All’università del Wisconsin applicarono oltre 250 sensori sul suo cranio, e il test mostrò come la sua zona di cervello connessa con l’emozione positiva aveva valori molto più significativi rispetto agli altri partecipanti allo studio che non praticavano la meditazione con regolarità come lui.
Anche se non lo facciamo ai livelli di Matthieu Ricard, la meditazione è sempre di beneficio. Quando siamo svegli il nostro cervello emette oltre 50 mila pensieri al giorno e genera onde Beta veloci e dal ritmo abbastanza irregolare. Quando siamo tranquilli e rilassati, e la mente è distesa, le onde diventano più lente e ritmiche, le onde Alpha.
A mano a mano che il rilassamento e la tranquillità aumentano, come durante la meditazione, il nostro cervello genera onde ancora più lente e benefiche, le onde Theta, È uno stato positivo sia a livello fisico, di regolazione di ritmo cardiaco e pressione, ma che anche favorisce intuizione e creatività, promuovendo la coerenza tra i due emisferi cerebrali.
La meditazione richiede pratica e costanza, ma ci fa stare bene iniziare a praticarla, anche se per poco, ogni giorno, anche solo per 5 minuti tutti i giorni sempre alla stessa ora, alba o tramonto. Dal mio ultimo viaggio in Kerala nel Sud dell’India ho preso l’abitudine di ritagliarmi un momento alla mattina prestissimo.
Il Dalai Lama ha spesso invitato ricercatori nella propria dimora, a studiare come la meditazione buddista tibetana sia in grado di influenzare l’attività cerebrale, ed.è stato a sua volta invitato a tenere un discorso al meeting annuale della Society for Neuroscience a Washington. Nel suo discorso ha sottolineato come nel caso di ricerche congiunte sia opportuno che neuroscienziati e ricercatori facciano attenzione a quale tipo di meditazione stanno investigando.
Le parole del Dalai Lama invitano a una ricerca interdisciplinare tra meditazione e scienza La meditazione aiuta a pensare meglio e a sviluppare la ricerca scientifica in modo più etico e consapevole, nella direzione di un’etica secolare, che abbracci i principi chiave di tutti al di sopra di ogni orientamento religioso individuale, come in una mano dove tutte le dita sono unite e lavorano insieme.
“Mi piace immaginare tutte le attività umane, compresa la scienza, come le dita di una mano: fin tanto che ogni dito è collegato al palmo -la nostra fondamentale empatia e l’altruismo- essi continueranno ad essere a servizio del benessere dell’umanità. Viviamo in un unico mondo: l’economia moderna, i media elettronici, il turismo internazionale, così come i problemi ambientali, tutto questo ci ricorda quotidianamente quanto oggi il mondo sia profondamente interconnesso”.