Il mio nuovo romanzo “L’arcipelago in città” è disponibile in libreria e online a partire dall’11 ottobre
L’emozione di partire per un nuovo viaggio con le parole, con L’arcipelago in città (con ExCogita, la casa editrice di Luciana Bianciardi), dall’11 ottobre in libreria e negli store online.
È un romanzo feel good, la storia di Bula, che dalle Fiji arriva nella Milano di oggi. Come l’accogliente negozio di Chocolat, la sua bottega di riparazioni sartoriali diventa un catalizzatore di cambiamenti positivi: un luogo di ospitalità e sorrisi ma anche di riflessione. Il romanzo è ambientato fra le strade della Chinatown meneghina e la Milano contemporanea della moda e delle gallerie d’arte, pervaso dal ricordo che Bula ha per la sua Terra, fortemente legata ai ritmi della natura.
Perchè ho scelto le Fiji?
L’arcipelago in città nasce da un mio viaggio alle isole Fiji, e in particolare nella capitale Suva. Mi sono chiesta: cosa potrebbe succedere se un esponente di una cultura come quella fijiana si trovasse in una realtà urbana veloce e individualista come quella esemplificata da Milano? La cultura fijana è basata sul concetto di ‘share and care’, cioè condivisione e cura, sull’importanza del dialogo e su una percezione del Tempo improntata a ritmi più rilassati e sostenibili (il Fiji time). Il libro esce in concomitanza con il Fiji Day, festa nazionale che celebra il giorno dell’indipendenza
dagli inglesi il 10 ottobre 1970: un momento di festa nazionale molto partecipata a cui ho avuto modo di assistere, celebrata per una settimana intera con parate, bandiere azzurre e gazebi colorati lungo le strade della capitale.
Il titolo
Il titolo ‘L’arcipelago in città’ vuole mostrare la trasformazione dei vari personaggi nel corso della storia: all’inizio sono ‘isole’, e gradualmente diventano un gruppo di persone che condividono progetti e sforzi comuni: un romanzo del ‘noi’. Anche Bula riesce a costruirsi a Milano una famiglia allargata. Come ha detto lo statista e leader fijiano Ratu Sir Lala Sukuna (1888-1958): ‘Un fijiano non morirà quando non avrà più nulla, ma morirà quando non ha una famiglia.’