Libri per spaziare

Sono Antonella Enrica Gramone e oggi voglio parlarvi di libri e spazio, e di come la lettura ci permetta di allargare i nostri spazi di riflessione anche in giornate come quelle che stiamo attraversando, in cui i nostri movimenti all’esterno sono in parte modificati dalle circostanze.

In questi giorni personalmente sto leggendo di più; ma ho riscontrato che siamo in molti a ritagliarci qualche momento extra di lettura.

Alcuni stanno riscoprendo testi come Cecità di Saramago, Camus, L’ombra dello scorpione di Stephen King, o rileggendo Manzoni, col delicatissimo brano della madre di Cecilia e del turpe monatto.

Nella mia reading list ho messo questi due libri.

Il primo è Anna di Niccolò Ammaniti.

Un libro intenso, ambientato nel 2020, dove in una situazione di virus chi si salva sono solo i bambini, come la piccola Anna, la protagonista. La madre affida ad Anna un compito importantissimo: prendersi cura del proprio fratello minore, senza abbandonarlo mai e insegnandogli a leggere e ad affrontare con coraggio e fantasia ogni situazione.

Queste le sue parole: “Ma non dovete avere paura. Vi abituerete presto. Gli uomini sono vissuti per tanto tempo senza l’elettricità. Gli bastava accendere un fuoco. Vivrete durante il giorno e dormirete appena fa buio, proprio come gli animali del bosco. All’alba saluterete il sole insieme agli uccelli. Sarà bello. Quando non avrete nulla da fare leggerete i libri. E la musica la farete cantando”

Leggere ci aiuta, ci aiuta sempre. E aiuta a crescere in ogni situazione, come avviene per il fratellino di Anna. Leggere ci apre spazi di libertà, ci insegna a essere creativi.

In queste settimane complicate, su un importante quotidiano nazionale, ogni giorno viene pubblicato il diario di quarantena in Veneto di un brillante architetto paesaggista, che è stato anche ricercatore a Cambridge.

Mi ha colpito il fatto che Auro, questo il suo nome, racconti come, in questo periodo di reclusione forzata, le sue letture si siano rivolte proprio a dei testi che parlano di natura, di piante, boschi, pascoli, di spazi aperti, come The history of the Countryside del professor Oliver Rackham, un professore di botanica, geniale ed eccentrico ecologista che anch’io ho conosciuto quando frequentavo a Cambridge il Corpus Christi College di cui il professor Rackham era uno dei fellows.

Io non sono un’esperta di piante come Auro o il professor Rackham, ma osservo sempre con grande rispetto la natura, l’ambiente. E un libro che sto sfogliando con piacere in questi giorni in cui le nostre città, piccole e grandi, sono in difficoltà, è Walden ovvero la vita nei boschi di Thoreau, un filosofo e scrittore americano dell’Ottocento che trascorse un lungo periodo in una capanna che si era costruito da solo, in un bosco di pini vicino al lago, per riscoprire un rapporto più autentico con la natura e una più profonda essenzialità di vita. Semplicità, semplicità! ripeteva Thoreau, E invitava a ripensare la nostra vita a partire dai libri.

How many a man has dated a new era in his life from the reading of a book.

Per quanti uomini la lettura d’un libro è stata l’inizio d’una nuova era nella loro vita! (cap. III) scriveva Thoreau.

Questo mi sembra uno dei regali più belli che la lettura, in ogni momento, ci offre: la possibilità di immaginarci spazi aperti ovunque e ovunque la speranza di un nuovo inizio.

Antonella Enrica Gramone

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