Parigi, si sa, è nota come la “città dell’amore” per eccellenza, e spesso anche come la “città dei libri”. Non c’è quindi da stupirsi se molti romanzi rosa sono ambientati nella capitale francese: ad esempio in “Una sera a Parigi” di Nicolas Barreau, l’ambientazione parigina si dimostra perfetta per raccontare una tenera vicenda d’amore, ovviamente, ma anche il fascino dei cinema e dei film di una volta. “Luna di miele a Parigi – La ragazza che hai lasciato” di Jojo Moyes offre una prospettiva sempre romantica, ma dove il genere rosa incontra quello del romanzo storico, raccontando di due storie d’amore tra le strade di Parigi a distanza di un secolo. “Un’estate a Parigi” di Sarah Morgan racconta come una permanenza prolungata nella capitale francese possa cambiare letteralmente la vita di una persona, a tutte le età; “Il primo bacio a Parigi” di Stephanie Perkins fa altrettanto ma, come suggerisce il titolo, in un contesto più “adolescenziale”, ma non meno accattivante.
Insomma: ambientare un romanzo rosa a Parigi è un’idea tanto efficace da poter risultare prevedibile e magari anche banale! Non è questo, per fortuna, il caso di “La lettrice delle nuvole” di Antonella Enrica Gramone, la cui peculiarità, almeno per quanto riguarda l’ambientazione, risulta dall’alternanza tra uno sfondo “milanese”, nel piano narrativo contemporaneo, e uno “parigino” ambientato nel passato. Quest’ultimo ci rivela i contenuti del diario di Michelle Boyez, una donna appassionata di nuvole e che racconta la sua problematica ma intensa storia d’amore con Théo. Ebbene, la connessione tra queste affascinanti digressioni e il piano narrativo principale, quello ambientato a Milano in cui la protagonista è la giovane conduttrice radiofonica Mic, all’inizio del testo non è chiaro… ma sarà svelato strada facendo, tra un colpo di scena e l’altro, aumentando gradualmente il coinvolgimento del lettore e dando quindi più rilevanza al lato “parigino” dell’ambientazione.
L’atmosfera tipica della “Parigi romantica” in questo romanzo è resa con grande cura, tra boulangerie, bistrot, atelier e giardini. L’ambientazione è molto curata; non mancano ovviamente le citazioni ai luoghi più celebri della metropoli francese, ma vengono menzionati anche strade, piazze e palazzi meno noti, ma non meno affascinanti. Della capitale francese non sono poi solo descritti luoghi e persone, ma spesso, data la peculiarità del romanzo, anche il cielo, e le nuvole! La lingua stessa è influenzata dal contesto: ovviamente con l’uso contestuale di parole in francese note agli italiani, ma anche col l’uso di espressioni tipicamente parigine come metro, boulout, dodo, che ci riportano non solo un concetto generico di “francesità”, bensì un senso più specifico di “eleganza metropolitana”, del resto non così lontano dall’altra città in cui è ambientato il libro, Milano.
Risulta evidente l’approfondita conoscenza di Parigi da parte dell’autrice, dai luoghi citati, allo stile di vita delle persone, al cibo consumato… “La lettrice di nuvole” ci restituisce quindi una Parigi meno patinata e più “quotidiana” rispetto a quello che siamo spesso abituati a leggere in altri romanzi (e a vedere nei film); distanziandosi dai cliché tipici dei libri rosa, il romanzo ne guadagna in originalità e unicità, senza perderne in fascino e piacere di lettura.
Quello di Antonella Enrica Gramone si potrebbe in conclusione definire un romanzo che, pur se ambientato solo parzialmente a Parigi, esprime molta “pariginità” in tutte le sue parti…. Comprese quelle milanesi!
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