Salutiamoci alla neozelandese

Di fatto ormai da settimane nessuno si stringe più la mano. Il dottor Anthony Fauci, l’immunologo italo.americano advisor per la Casa Bianca, un medico che non ha mai indorato la pillola nelle sue dichiarazioni, in una conversazione con il Wall Street Journal ha detto che “forse non ci daremo mai più la mano”. Non per un po’; Fauci ha ventilato l’ipotesi che l’addio alle strette di mano sia per sempre, ben oltre le fasi di quarantena.

Non so voi, ma a me il gesto di non poter stringere la mano alle persone manca moltissimo. Stringere la mano è un gesto antico, di fiducia. La stretta di mano segna l’inizio di un incontro, sigla una trattativa, un accordo personale e professionale. Le strette di mano costellano amori e amicizie. “Sul ponte di Bassano noi ci darem la mano“, cantavano gli alpini nella Prima guerra mondiale.

E allora?

Ancora una volta ci viene in aiuto una donna illuminata, Jacinda Ardern, l’attuale Primo Ministro neozelandese, che ha guidato il suo Paese, la Nuova Zelanda, in modo compassionevole ma fermo e pragmatico fin dall’inizio, con misure di contenimento efficaci.

Invece di stringersi la mano, Jacinda ha suggerito un gesto semplice e affettuoso:

l’East coast wave, un cenno alla moda dell’East coast, un modo di salutarsi molto diffuso sulla costa orientale della Nuova Zelanda, la parte del Paese dove si trova Gisborne, di cui è originario il marito Clarke Gayford.

Come funziona il saluto alla neozelandese?

Si incrociano gli sguardi, si alzano le sopracciglia, si fa un lieve cenno verso l’alto del mento.
Insomma, una forma di saluto minimal e semplice. Perfetto in questi tempi in cui con le mascherine gli sguardi sono sempre in primo piano.

Quindi, se mi vedrete d’ora in poi sollevare il mento e sorridere con gli occhi, state tranquilli: vi sto salutando alla neozelandese. In perfetto stile East Coast.

Antonella Enrica Gramone

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